BILLIE THE VISION & THE DANCERS - I USED TO WANDER THE STREETS

Ho imparato a mie spese che lo sconfinato universo indie ha diverse ed evidenti magagne, in un'uniformità di stili, di intenti, con i propri guru, la propria mitologia. Non è tutto oro quello che è indipendente, nonostante a volte lo si spacci come tale. Poste queste premesse si parla di I used to wander the streets, album del 2009 di Billie The Vision & The Dancers, uno dei tanti gruppi svedesi di questa ultima parte degli anni 2000. Non è un disco che cambia, che innova, che aggiunge qualcosa a quanto è stato prodotto, che verrà subito ricordato dai posteri per la sua importanza storica. No, la bellezza di questo disco sta nella melodia, nel saper mettere insieme un disco senza cadute qualitative, infilando capolavori del pop con i soliti strumenti, senza rivoluzionare, trovando lo spazio tra miriadi di parole già dette e ripetute. Le musiche possono farsi più folk, in altre più pop, in altre virare verso ballate struggenti ma il risultato è una patina uniforme di qualità, di senso della misura e allo stesso tempo di spontaneità. Vedremo se a fine anno rimarrà uno dei dischi più interessanti del 2009, nel frattempo bisogna godersi 12 brani tra i quali si segnalano praticamente da soli Someday Somehow, splendida canzone di duetto tra chitarra acustica, I belong to you, ballata dal sapore popolare con una grande ma pacata voce. Suggestioni più folk le troviamo in Svedish sin (da lodare anche solo per il violino), mentre ritmi più veloci e ballabili si trovano facilmente in Stuttering Duckling e Groovy (quasi da Beach Boys). Da sentire e risentire anche la splendida I miss you, canzone che io vedrei splendidamente come colonna sonora, non chiedetemi il motivo. L'indie è sempre quello, se non ti chiami Jens Lekman ti muovi sempre su quegli sfondi, ma lo puoi anche fare davvero molto bene.